Cristina Battocletti La
mantella del diavolo Bompiani, 2015,
pp.165
In fondo è una storia di paese, preso però in un brutto momento:
in una settimana muoiono almeno cinque persone, tutte amiche della protagonista
Irma, ciascuna col suo funerale. Ed è proprio la sequenza dei funerali che
impedisce a Irma di tornare a Bologna, dove studia all’università. La storia è
il meglio, assieme all’ambientazione: Cividale e le zone di confine tra Friuli
e Slovenia. Poi Cristina Battocletti ha uno stile neorococò che le impedisce di
utilizzare parole consuete in situazioni normali, al di là dell’aldilà del luogo
comune. Trovo divertente inventare nuove metafore, sillogismi, paragoni,
similitudini ma non in maniera così sistematica e deliberata. Soprattutto se
alla fine sfugge un “ricciolo ribelle”, come in qualsiasi romanzo per
signorine. Ci sono però dei bei personaggi, e un paio di magnifiche descrizioni
della zona del Natisone, scritte con il loro proprio linguaggio.
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