Cortázar & Muñoz L’inseguitore SUR 2016
pp.107
Un racconto scritto
nel 1959 riporta con forza al periodo in cui tutto sembrava possibile. Erano
gli anni in cui nascevano storie, idee, musica,
immagini, pensieri e ragionamenti con la facilità con cui si respirava. La
storia ripercorre gli ultimi giorni di un genio del sax, Johnny Carter, alter
ego letterario di Charlie Parker, visti attraverso gli occhi di un critico
musicale amico del protagonista. L'angoscia della fine, con le crisi da
overdose, ubriacature colossali, promesse non mantenute, scenate si alterna a dialoghi
tra i protagonisti, pieni di intuizioni geniali. "Questa la sto suonando
domani", dice Johnny interrompendo a metà un assolo stratosferico per
bellezza e innovazione, sintetizzando in cinque parole l’eccellenza dell'invenzione.
E le riflessioni del critico sul suo mestiere: ”Penso malinconicamente che lui
si trova all’inizio del suo sax, mentre io vivo costretto ad accontentarmi
della fine.”
Al racconto di Julio Cortázar,
mirabile per stile, modernità e misura, fanno da contraltare i disegni di José
Muñoz, posteriori di una cinquantina d’anni ma perfetti per arricchire, con il
loro disperato espressionismo nero e bianco, un’altra storia di genio e infelicità.