mercoledì 9 dicembre 2015

La riforma dell’opera di Pechino



Maël Renouard    La riforma dell’opera di Pechino  nottetempo   2015  pp. 51


Se non avessi vissuto all'epoca potrei considerarlo un romanzo di fantascienza. Invece no, è tutto vero: la riforma dell’Opera di Pechino (basta nobili e privilegiati in scena e avanti, d’ufficio, con i contadini e i proletari), la rivoluzione culturale (fine di tutto, solo opere proletarie e rivoluzionarie), le campagne politiche di cui si discuteva con gravità anche qui in Europa (il Grande balzo in avanti). Poi i personaggi, da Chu En Lai a Lin Piao, la terribile Jang Qing, moglie di Mao, e poi la Banda dei Quattro e anche Deng Xiaoping, trait d’union tra la Cina maoista e quella attuale. Renouard è bravissimo a muoversi in quello che è stato uno dei peggiori vespai della storia del Novecento, affidandosi alla chiarezza e alla brevità.

martedì 8 dicembre 2015

Morte improvvisa



Álvaro Enrigue    Morte improvvisa   Feltrinelli, 2015  pp.232


Un saggio multistrato che, in ordine allineato e con lo stile del romanzo riunisce: Francisco de Quevedo, Caravaggio, Galileo Galilei, Hernán Cortés, il cardinale Borromeo, l’arte plumaria azteca, la storia delle palle da tennis e i capelli di Anna Bolena. Tutto scorre sul filo di una partita a pallacorda tra Quevedo/Nadal e Caravaggio/Federer. Ogni storia sembra procedere per conto suo, salvo poi riunirsi in modo esaustivo nelle ultime pagine. Ci vuole un po’ di pazienza, soprattutto nelle descrizioni dei vari game a tennis o quel che è, ma alla fine c’è soddisfazione, soprattutto per chi volesse raccogliere il suggerimento di viaggio messo proprio in fondo. Si imparano anche molte cose sul tennis, sui conquistadores, sulla vita romana nel Seicento con i suoi papi, e sul modo di lavorare di Caravaggio.



lunedì 7 dicembre 2015

Proust a Grjazovec



Jòzef Czapski   Proust a Grjazovec   Adelphi   2015  pp.119


Se non avete mai iniziato la Recherche, se l’avete iniziata e abbandonata, se siete fermi da qualche parte dei Guermantes e non riuscite ad andare avanti, se l’avete letta fino all’ultima parola e avete ancora voglia di storie e   se, soprattutto, non vi rendete conto della fortuna di avere tutti i volumi del mondo a portata di mano, allora questo libro lo dovete leggere a tutti i costi. E se per caso dovessero piacervi  power point e le slide, osservate con attenzione gli appunti presi a mano da quest’uomo che nel gulag di Grjazovec, in condizioni di estrema cattività, organizzava  su pezzetti di carta informazioni la cui unica fonte era la propria memoria.

I mari di Trieste



AAVV I mari di Trieste a cura di Federica Manzon  Bompiani  2015  pp. 119


Non è obbligatorio essere triestini per amare questo libro. Il mare che fa parte della tua casa, come una stanza in più, i bagni, è  un pensiero felice, che suscita l’invidia di chi vive nel continente  e l’illusione di un tempo infinito, sciolto dal vincolo delle stagioni, per chi il mare lo vede tutti i giorni.
Il testo è a più voci, tutte triestine di nascita o per scelta, ciascuna affezionata al suo bagno. Compresi i tuffi invernali alla diga evocati da Gillo Dorfles, che deve averne ricavato i suoi benefici visto che ha raggiunto in modo glorioso i centocinque anni . Poi c’è il trionfo dei Bagni Lanterna/pedocìn, quelli dove le donne stanno separate dagli uomini e possono congiungersi solo al largo. Proprio al pedocìn va mia sorella, la più bella bàba di Trieste, e ci vanno anche le mie nipoti con i loro piccoli bambini. Anch’io ho un ricordo indelebile dei bagni Topolini, raggiunti direttamente in volo dalla casa di via Commerciale fino al mare, trascinandomi dietro mio figlio che aveva solo due anni.