giovedì 19 gennaio 2017

Il passaggio



Pietro Grossi   Il passaggio  Feltrinelli  2016  pp.152
letto fino a pag. 46


Un giovane uomo pieno di iniziative lascia Londra, dove lavora in un prestigioso studio di progettazione, per andare ad assistere il babbo, geniale fotografo, nello spostamento di una barca a vela dalla Groenlandia al Canada. Da ragazzo ha un passato tormentato. Il  suo babbo non gli piaceva più, così  presa la sua sacca da marinaio provetto, parte per Las Palmas a cercare un imbarco. Sta via tre anni passando di successo in successo, finché il suo ultimo armatore nota un lavoretto artigianale fatto da lui, ne rimane folgorato e lo manda a Londra nel prestigioso studio di cui sopra, di cui è proprietario. Sono coincidenze che accadono tutti i giorni. Da lì, richiamato da regio contrordine paterno parte per la Groenlandia dove,   in un contesto da Amaro Averna inizia l’avventura. Per loro, non per me che, già sfibrata dall’inconsistenza della trama, ho ceduto di fronte alla frase seguente: “fissai la tintura del tè che abbandonava la bustina e investiva come un foulard al vento l’acqua circostante”.