venerdì 2 dicembre 2016

Teneri violenti



Ivan Carozzi   Teneri violenti   Einaudi   2016  pp.151
 


Ancora Milano, ancora l’Isola con beneficio di via Melchiorre Gioia,  viale Monza, Precotto, Gorla e via Padova. Inoltre ampi squarci di Porta Romana, oltre ad un incipit in zona Vincenzo Monti/Arco della Pace: “…quartieri in cui posso appena pedalare.”

Questo è un buon libro sulla Milano gommosa e instabile di adesso, vista con gli occhi di un redattore precario con contratto “a panettone” prolungabile “a colomba” in una TV generalista che non è la RAI o Mediaset, ma neppure da buttar via. Deve cercare vecchie storie per alimentare un quiz, e gli tocca il periodo 1970/1985. Impara immediatamente a navigare negli archivi dei giornali, muovendosi dapprima in storie di grande peso, come il rapimento di Aldo Moro, per poi seguire  vicende tanto tragiche quanto minime, labili e a volte mai concluse. Passa continuamente da presente a passato, tenendo però come scenario costante le infinite Milano che si sono snodate tra 1970 e i giorni attuali. C’è una forza costante che percorre le storie morte e quelle vive, c’è il passaggio dalla città industriale a quella del terziario avanzato sintetizzato meglio che in decine di saggi di sociologia, c’è anche l’odore dell’aria del lunedì mattina, quando  sta per iniziare la settimana con “…la forma di gioia, di godimento morale, che a Milano è il lavoro…”  Sembra eccentrico, ma per molti è ancora così.