Ivan
Carozzi Teneri violenti Einaudi
2016 pp.151
Ancora Milano, ancora l’Isola con beneficio di via Melchiorre
Gioia, viale Monza, Precotto, Gorla e
via Padova. Inoltre ampi squarci di Porta Romana, oltre ad un incipit in zona
Vincenzo Monti/Arco della Pace: “…quartieri
in cui posso appena pedalare.”
Questo è un buon libro sulla Milano gommosa e instabile di
adesso, vista con gli occhi di un redattore precario con contratto “a panettone”
prolungabile “a colomba” in una TV
generalista che non è la RAI o Mediaset, ma neppure da buttar via. Deve cercare
vecchie storie per alimentare un quiz, e gli tocca il periodo 1970/1985. Impara immediatamente a
navigare negli archivi dei giornali, muovendosi dapprima in storie di grande
peso, come il rapimento di Aldo Moro, per poi seguire vicende tanto tragiche quanto minime, labili e
a volte mai concluse. Passa continuamente da presente a passato, tenendo però
come scenario costante le infinite Milano che si sono snodate tra 1970 e i
giorni attuali. C’è una forza costante che percorre le storie morte e quelle
vive, c’è il passaggio dalla città industriale a quella del terziario avanzato
sintetizzato meglio che in decine di saggi di sociologia, c’è anche l’odore
dell’aria del lunedì mattina, quando sta
per iniziare la settimana con “…la forma di gioia, di godimento morale, che a
Milano è il lavoro…” Sembra eccentrico,
ma per molti è ancora così.