Due libri
Anni Cinquanta
Negli Anni Cinquanta
c’ero già, cercavo di essere una bambina attenta, sarà per questo che mi sono
fatta convincere dai due volumi in calce. Gli Anni Cinquanta non mi piacevano e
il tempo non me li ha rivalutati. Erano anni conformisti, perbenisti,
sessuofobi e noiosi. Hanno avuto un solo merito: preludere agli Anni Sessanta.
Dario
Crapanzano Il giallo di via Tadino
Mondadori Strade Blu, 2015, pp.160
Qui siamo a Milano
nel 1950. Dei miei Cinquanta milanesi
salvo tre cose: i ghisa in divisa, la
Callas e la ringhéra, quest’ultima
protagonista del giallo di via Tadino. La vicenda è plausibile, lo stile invece
è tremendo: nei momenti più alti si
avvicina alla Cronaca Milanese del Corriere della Sera di quei tempi, con tutti
i luoghi comuni del caso, nei punti più bassi assomiglia al verbale di un
poliziotto della stradale. Però l’ho letto tutto perché la ricostruzione
d’epoca è inappuntabile, in particolare per quello che riguarda la vita di
ringhiera. L’attento revival purtroppo comprende anche il peggior maschilismo e la demonizzazione delle donne la cui massima
realizzazione è aspettare il ritorno a casa del marito cucinando e cucendo con
la Singer. Se invece sei cattiva te la sei cercata. Alé.
Francesco
Guccini Nuovo dizionario delle cose perdute Libellule Mondadori, 2014, pp.148
Francesco Guccini
nella memoria ci sguazza, sa ricostruire con esattezza esemplare. Non sbaglia
un colpo su: materiali, colori, usi, riusi, ascese e decadenze (vedi il fungo
cinese), situazioni collaterali (vedi lo smantellamento dei vespasiani). Ha in
comune con Crapanzano ben due argomenti: il Vov e i calendarietti profumati dei
barbieri. E’ stato il mio primo libro da spiaggia 2015: leggero, corto, copertina
morbida e flessibile, condivisibile con
i vicini nelle parti meglio riuscite. Guccini ha codificato un genere che tutti
praticano, il “ti ricordi quando”. Lo fa
con garbo e competenza. Attendiamo prossimi, retrospettivi, aggiornamenti.