giovedì 17 novembre 2016

Quando finisce l’inverno



Guadalupe Nettel  Quando finisce l’inverno  Einaudi 2016 pp.234
Letto fino a pag.106 


Un redattore cubano quarantenne ben dotato (ci tiene a chiarirlo) ha appena acquistato un piccolo appartamento a New York, 87esima Upper West Side. Una borsista messicana appena arrivata a Parigi dapprima si interessa/vede gente poi trasloca in un appartamento di alcuni parenti,  con vista sul cimitero Père Lachaise. La situazione immobiliare è pertanto definita. Sul piano relazioni/sentimenti non  va troppo bene: redattore invischiato con ricca cinquantenne e qualcosa di più però ben tenuta con Rothko nella sua casa di Tribeca. Borsista intreccia storia con vicino cagionevole che le invidia la vista sul Père-Lachaise, ove spesso si recano a visitare i lussuosi defunti. E così se ne vanno un centinaio di pagine, condite da Keith Jarreth   sul fronte newyorchese, e Ry Cooder su quello parigino, oltre alle anime dei morti del Père-Lachaise. Verso pagina cento  si prefigura un incontro tra i due fini intellettuali. Qui ho ceduto per il timore di ulteriori incontri, magari con Björk, Philip Glass, Michael Nyman, Hénrik Górecki, Gavin Bryars o qualche altro caposaldo paraculturale della fine del secolo scorso.