Guadalupe
Nettel Quando finisce l’inverno Einaudi 2016 pp.234
Letto fino
a pag.106
Un redattore cubano quarantenne ben dotato (ci tiene a chiarirlo)
ha appena acquistato un piccolo appartamento a New York, 87esima Upper West
Side. Una borsista messicana appena arrivata a Parigi dapprima si interessa/vede
gente poi trasloca in un appartamento di alcuni parenti, con vista sul cimitero Père Lachaise. La
situazione immobiliare è pertanto definita. Sul piano relazioni/sentimenti
non va troppo bene: redattore
invischiato con ricca cinquantenne e qualcosa di più però ben tenuta con Rothko
nella sua casa di Tribeca. Borsista intreccia storia con vicino cagionevole che
le invidia la vista sul Père-Lachaise, ove spesso si recano a visitare i
lussuosi defunti. E così se ne vanno un centinaio di pagine, condite da Keith Jarreth
sul fronte newyorchese, e Ry Cooder su quello
parigino, oltre alle anime dei morti del Père-Lachaise. Verso pagina cento si prefigura un incontro tra i due fini
intellettuali. Qui ho ceduto per il timore di ulteriori incontri, magari con Björk,
Philip Glass, Michael Nyman, Hénrik Górecki, Gavin Bryars o qualche altro
caposaldo paraculturale della fine del secolo scorso.