Hermann
Broch Il racconto della serva Zerlina Adelphi
2016 pp.77
con una postfazione di Luigi Forte
E’ un racconto con credenziali massicce, uno degli undici che
compongono il romanzo Gli incolpevoli
di Hermann Broch e definito da Hannah Arendt “una delle più grandi storie d’amore
che io conosca”. Si legge al volo, proprio per vedere come va a finire la
vicenda, scivolando sui numerosi interrogativi che dovrebbero imporre una
lettura più riflessiva e meditata. Ad esempio, come può una serva tenere le fila di una complicata
storia d’amore, passione e possesso che include tre donne, di cui due dame di
rango, e un amante glorioso, che altri non è se non l’ennesima incarnazione di
Don Giovanni? Da quando la serva Zerlina dispone a proprio piacimento dei tempi
e dei modi di incontro con il seduttore, anziché attendere speranzosa un gesto
magnanimo da parte sua? E soprattutto scopriamo la versione di Broch di quanto
accadde nel casinetto mozartiano/dapontiano: venti giorni di sesso stellare con
Zerlina che comanda il gioco. C’è di che rimanere sconcertati, e disorientati.
La rivelazione di Hermann Broch, uomo di
metà novecento, del mistero del casinetto è avanti anni luce rispetto alle
convenzioni e alle idee correnti, rovesciate a vantaggio della controparte femminile
che per una volta è nel ruolo di chi decide.