Daniel di
Schüler Un’Odissea minuta Baldini&Castoldi 2016 pp.637
Inizia come un romanzo. Dopo circa cinquanta righe non è chiaro se ci troviamo di fronte a uno
che crede di essere David Foster
Wallace, o se lo sta prendendo in giro. Superate le venti pagine che costituiscono il racconto vero e proprio, quello
da cui germineranno le 608 pagine successive, intervengono le postille, e con
esse George Perec. Ma già le venti pagine parafrasavano in sprazzi di
brianteo aulico non continuativo, Giuseppe Parini e il risveglio di un giovin signore
contemporaneo ma sfigato. Carlo Emilio Gadda apparirà più avanti, nel
camuffamento della vera Brianza in una di fantasia, con innumerevoli nomi di
invenzione, mentre James Joyce viene superato sul piano temporale: mezz’ora
circa invece di ventiquattr’ore. A
pagina 31 compaiono le note, che costituiscono la parte più consistente
dell’Odissea, sviluppandosi per 535 pagine. Seguono i sei indici e le note alle
note a cura di Daniele Scolari, cognato del protagonista ing. Alberto
Cappagalli.
Un delirio. E’ chiaro che non va letto tutto di seguito. Dopo le
prime ottanta pagine è chiaro che si tratta di un romanzo
illeggibile secondo i canoni comuni, ma molto utile. Ad esempio gli indici sono
agili, istruttivi e precisi. Ho verificato quelli geografici e non mi posso
lamentare. I falsi sono più veri dei veri: Rampognago, Todero con Mornago,
Commiserate Ontona, Compiangete Laltro, Valmogia, Val Scarna e alla via così.
Credo anche che possa diventare un’utile traccia per chiunque
voglia scrivere le proprie memorie in modo pratico ed efficiente. Un
pensionato, un anziano, uno che abbia molto tempo a disposizione può
agevolmente raccontare la propria vita attraverso il metodo venti pagine/note/indici. E penso a che
giovamento ne trarrebbero i diari di viaggio dei dilettanti, soprattutto quelli postumi, afflitti da memoria dei luoghi approssimativa e inessenziale.