martedì 13 dicembre 2016

Un'Odissea minuta



Daniel di Schüler  Un’Odissea minuta  Baldini&Castoldi 2016  pp.637


Inizia come un romanzo. Dopo circa cinquanta righe  non è chiaro se ci troviamo di fronte a uno che crede di essere  David Foster Wallace, o se lo sta prendendo in giro. Superate le venti pagine che costituiscono il racconto vero e proprio, quello da cui germineranno le 608 pagine successive, intervengono le postille, e con esse  George Perec. Ma già le venti pagine parafrasavano in sprazzi di brianteo aulico non continuativo, Giuseppe Parini e il risveglio di un giovin signore contemporaneo ma sfigato. Carlo Emilio Gadda apparirà più avanti, nel camuffamento della vera Brianza in una di fantasia, con innumerevoli nomi di invenzione, mentre James Joyce viene superato sul piano temporale: mezz’ora circa invece di ventiquattr’ore. A  pagina 31 compaiono le note, che costituiscono la parte più consistente dell’Odissea, sviluppandosi per 535 pagine. Seguono i sei indici e le note alle note a cura di Daniele Scolari, cognato del protagonista ing. Alberto Cappagalli.

Un delirio. E’ chiaro che non va letto tutto di seguito. Dopo le prime ottanta pagine è chiaro che si tratta di un romanzo illeggibile secondo i canoni comuni, ma molto utile. Ad esempio gli indici sono agili, istruttivi e precisi. Ho verificato quelli geografici e non mi posso lamentare. I falsi sono più veri dei veri: Rampognago, Todero con Mornago, Commiserate Ontona, Compiangete Laltro, Valmogia, Val Scarna e alla via così.

Credo anche che possa diventare un’utile traccia per chiunque voglia scrivere le proprie memorie in modo pratico ed efficiente. Un pensionato, un anziano, uno che abbia molto tempo a disposizione può agevolmente raccontare la propria vita attraverso il metodo venti pagine/note/indici. E penso a che giovamento ne trarrebbero i diari di viaggio dei dilettanti, soprattutto quelli postumi, afflitti da memoria dei luoghi approssimativa e inessenziale.