Vetrine di
Natale
A Forlì ci sono in tutto due librerie generaliste: Feltrinelli e
Mondadori (in ordine alfabetico). Ecco. Per Natale, ovvero per la morte del libro,
hanno composto tre vetrine: Mondadori una sola con dentro tutto, Feltrinelli
invece due, una per i romanzi e una per i saggi. Le ho fotografate, constatando
l’ubiquità dei seguenti maestri della vetrinistica: John Grisham, Alessandro
d’Avenia, Roberto Saviano, Carlos Ruiz
Zafón, Bruno Vespa e Marcello Simone. Ezio Bianchi interviene nel ruolo dell’underdog
chic, quello che dà lustro all’insieme.
La parte delle donne è sostenuta da un manipolo di vere
scrittrici: Luciana Littizzetto (La bella addormentata in quel posto, titolo di classe e qualità), Serena Dandini (Avremo sempre Parigi, la guida di cui sentivamo la mancanza), Patricia Cornwell (Caos, ventiquattresimo thriller
con Kay Scarpetta), Sharon
Pivetta (parlatemene come se non ne sapessi niente), Ivana Castoldi (Donne al
bivio, un prontuario per neo-anziane),Licia
Troisi (La saga del dominio, ciumbia), Benedetta
Parodi e Antonella Clerici sul
fronte delle ricette. Ben otto su circa sessanta libri. Alé.
Cosa comprerei con sincero trasporto? Il Calendario Atlante De Agostini (in alto a sinistra)
senza il quale non esco neppure di casa.
Cosa comprerei se questa fosse l’ultima vetrina di libri della
terra e non fosse rimasto altro? Il Calendario
Atlante De Agostini, fonte
universale della storia di tutte le storie, con un po' di immaginazione se ne può inventare una al giorno, sempre meglio di un brutto libro.