mercoledì 29 luglio 2015

Malefica luna d’agosto - Solo sigari quando è festa - L’uccisore



Kindertotenliber di luglio 2015


Cristina Guarducci  Malefica luna d’agosto  Fazi, 2015,  184 pp.

Letto fino a pag. 24

Su un parterre di nobili odiosi ma noiosi si inserisce un filone di ragazzi/bestia. Stop veloce, libro restituito quasi del tutto  intonso come quello di educazione civica  del ginnasio.










Alessio Romano   Solo sigari quando è festa  Bompiani, 2015,

204 pp

Letto fino a pag. 122


Ci ho provato con le migliori intenzioni perché l’autore è sotto i quaranta e copre la zona Pescara e dintorni nella mappa d’Italia attraverso i gialli. Il problema è mio: non sfango i gialli basati sui social. Se poi sforano nella violenza claustrofobica cedo all’istante, che nella fattispecie è conciso con pag. 122. Peccato perché caratteri e ambienti reggono.







Gino Saladini  L’uccisore Rizzoli  2015, 
361 pp.

Letto fino a pag.112


Gino Saladini si allinea alla coda di medici e prof  di medicina che ci provano col medical all’italiana. Qui c’è di tutto: Lombroso, la medium Palladino, il Boggia,  le sette, le streghe, i tavoli settori, due piani temporali, gli omicidi rituali, il Cottolengo e chi più ne ha più ne metta. Ho smesso  prima che si palesasse anche lo Smemorato di Collegno, incastrato tra una pietra rituale e una tomba scoperchiata, però al Verano.





Il cuore nero delle donne





AAVV  Il cuore nero delle donne A cura di Luca Crovi  Guanda, 2015, 277 pp.

Mi piacciono le raccolte di racconti, anche quelle commissionate su misura per un tema. In questo caso si tratta di donne assassine. Ne ho letti un po’, meno della metà, ma ne ricordo solo uno: quello dedicato a Locusta, assassina ufficiale dell’imperatore Nerone. E’ stata una campionessa del mondo del crimine, le si attribuiscono più di quattrocento omicidi per avvelenamento, pensati uno per uno sulle caratteristiche fisiche e comportamentali delle vittime. La sua storia si confonde tra realtà e fantasia nera, quest’ultima fomentata dall’odio che Locusta aveva suscitato in vita. Brava Barbara di Gregorio che ha compiuto una scelta né scontata né facile, sostenuta da una buonissima qualità di scrittura.

Cosa resta di noi

Giampaolo Simi Cosa resta di noi Sellerio 2015 300 pp 


Una storia nera, senza commissari e carabinieri, prende vita in Versilia durante la stagione morta. C’è il gestore di un bagno, il narratore, che deve pavimentare una parte del suo stabilimento. Da qui inizia un intreccio di vite, persone, eventi e colpe che, ridotte all’osso, riempirebbero un paio di cartelle, non di più. Per fortuna Giampaolo Simi, che ha il dono del racconto, tiene in piedi una storia non sempre verosimile però credibile e incalzante. Siccome Simi è bravo, gli riesce bene anche la ricostruzione d’ambiente, in questo caso Viareggio alla fine dell’inverno, descritta senza appigli con il colore locale ma nel lavorìo che riempie l’attesa dell’estate.