Chiara Valerio, Almanacco del giorno prima
Einaudi, 2014, pp.360
Categoria: romanzo
Per me un romanzo di grande finezza. Tratta di matematica e
di amori difficili, dove la matematica è
più abbordabile degli amori difficili. La narrazione è divisa in tre parti, la
prima e la terza con una scansione “tradizionale”, benché Chiara Valerio
proponga una soluzione inusuale e leggera per i dialoghi, non più emarginati dalle
virgolette e dagli incisi. I dialoghi
seguono la logica del racconto e con un minimo di attenzione si capisce chi sta
dicendo cosa senza mediazioni. La parte centrale, il presente, è scritta invece come un dizionario di situazioni, con l’enunciato
in grassetto e lo sviluppo della definizione/descrizione più o meno esteso, destabilizzante in un primo momento, ma poi efficace al punto
da far rimpiangere il precedente stile frammentato quando si torna ad un
normale layout narrativo.
Ci sono molti personaggi, tanto eccentrici quanto amabili,
soprattutto i matematici. C’è anche
molta matematica descritta chiaramente con competenze alte. Del resto Chiara Valerio è essa stessa una matematica, oltre che scrittrice elegante ed essenziale. Più volte, soprattutto
nella prima parte dedicata alla formazione del protagonista e ai suoi
formidabili genitori, mi ha suscitato lo
stesso entusiasmo di Natalia Ginzburg in
Lessico famigliare, benché se
ne discosti in quasi tutto fuorché nell’asciuttezza dello stile.