Daniele Rielli-Quit the Doner
Lascia stare la gallina
Bompiani, 2015, pp.638
Letto fino a pag. 312
Prendo sempre molto sul serio tutto ciò che riguarda il Salento.
Lascia stare la gallina inizia
gloriosamente in un campeggiaccio in zona Alimini, storica spiaggia a nord di
Otranto, con la descrizione minuziosa
della manutenzione di un bong di vetro,
benché di qualità superiore. Sull’onda di questo virtuosismo estremo, e
incoraggiata dall’esatta conoscenza dei luoghi, ho macinato le seguenti duecentoventi pagine in poche ore, mettendo in ordine nella mia
memoria decine di personaggi fetenti ma simpatici, soprattutto maschi contornati da qualche poveretta vittima dei
loro nefandi eroismi. Molto divertente. Poi, a pag. 229 la storia, non
semplice, si arena in un flashback marmoreo ambientato nella Manifattura Tabacchi
di Lecce, aprile 1970, una sparata infinita su certe lotte intestine CGIL/CISL,
imperniate principalmente sul diritto ad avere due stecche di Nazionali Lunghe
al mese, anziché una. Ho provato a saltarlo
e a riprendere il filo del racconto, ma
purtroppo l’incanto era finito e non sono più riuscita a ricucire un rapporto
con questo che considero comunque un perfettibile buon romanzo.