lunedì 28 settembre 2015

Lascia stare la gallina



Daniele Rielli-Quit the Doner   Lascia stare la gallina
Bompiani, 2015, pp.638
Letto fino a pag. 312



Prendo sempre molto sul serio tutto ciò che riguarda il Salento. Lascia stare la gallina inizia gloriosamente in un campeggiaccio in zona Alimini, storica spiaggia a nord di Otranto, con la descrizione minuziosa  della manutenzione di un bong di vetro,  benché di qualità superiore. Sull’onda di questo virtuosismo estremo, e incoraggiata dall’esatta conoscenza dei luoghi, ho macinato  le seguenti duecentoventi pagine  in poche ore, mettendo in ordine nella mia memoria decine di personaggi fetenti ma simpatici, soprattutto maschi  contornati da qualche poveretta vittima dei loro nefandi eroismi. Molto divertente. Poi, a pag. 229 la storia, non semplice, si arena in un flashback marmoreo ambientato nella Manifattura Tabacchi di Lecce, aprile 1970, una sparata infinita su certe lotte intestine CGIL/CISL, imperniate principalmente sul diritto ad avere due stecche di Nazionali Lunghe al mese, anziché una.  Ho provato a saltarlo e a riprendere  il filo del racconto, ma purtroppo l’incanto era finito e non sono più riuscita a ricucire un rapporto con questo che considero comunque un perfettibile buon romanzo.